A causa di impegni vari, non ho potuto postare varie notizie che pubblico per questo in un unico articolo, in forma condensata. Si tratta delle solite vaginate che, se prese singolarmente, potrebbero non voler dire niente ma se considerate nella loro globalità evidenziano un continuo e sistematico utilizzo della Giustizia in doppia modalità: non è infatti possibile che quasi ogni giorno si assista alla solita manfrina dell'uomo in carcere e della donna libera a parità di reato. Evidentemente c'è sotto una preciso disegno criminale orchestrato dalle lobby che ben conosciamo.
Il 9 giugno la Corte D'Appello ha derubricato l'accusa di omicidio a carico di una 42enne di Torino che aveva abbandonato il figlio appena partorito nel bidet, causandone la morte dopo due anni di coma. La donna è stata condannata per infanticidio a quattro anni di carcere. I fatti risalgono al 2004, per cui sono coperti dall'indulto che ha permesso uno sconto di tre anni: in virtù dei due anni trascorsi agli arresti domiciliari, la torinese ha visto così riconosciuto come estinto il suo debito con la giustizia e non metterà piede in carcere.
In data 12 giugno, una 32enne di Noicottaro in provincia di Bari ha accoltellato un condomino per alcuni dissidi: in casa sua i Carabinieri hanno rinvenuto l'arma del delitto, una lama di 25 cm, e alcuni capi d'abbigliamento con evidenti tracce di sangue. La donna è stata così arrestata per tentato omicidio, ma naturalmente non è finita in carcere: per lei, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Si vedano anche altri esempi in questo post: pare che in ogni caso sussistano le relazioni (donna + tentato omicidio) ≤ arresti domiciliari mentre (uomo + tentato omicidio) = carcere.
Il 24 giugno la polizia ha arrestato due coniugi accusati di aver abusato sessualmente della figlia di 4 anni: i due, un 40enne e una 27enne, avrebbero costretto in varie occasioni la piccola ad assistere, legata, ad atti sessuali e a guardare video porno. I due sono stati denunciati anche per sfruttamento della prostituzione, in quanto gestivano una casa di appuntamenti. Il padre è finito in carcere, la madre agli arresti domiciliari.
Il 10 luglio, l'Antidroga ha colto in flagrante due spacciatori mentre cedevano alcune dosi di cocaina a giovani tossicodipendenti. Daniele Benossa e Ester Deidda sono stati per questo arrestati e scortati in Tribunale dove il giudice ha convalidato l'arresto per entrambi. L'uomo è finito in carcere, la donna è stata rilasciata in stato di libertà.
Il 16 luglio sono stati condannati per abusi sessuali su due sorelline di 15 e 10 anni quattro persone di Gricignano d'Aversa in provincia di Caserta: la Corte D'Assise ha inflitto 16 anni al padre Vincenzo P., 13 allo zio Antonio P., 8 alla sorella maggiore e 13 al suo ex fidanzato. Come conseguenza delle pesanti condanne, la Procura ha emesso quattro ordinanze di custodia, delle quali tre in carcere e una agli arresti domiciliari; la misura è stata confermata dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha pronunciato la sentenza. Non ci vuole molta fantasia per capire a chi sono toccati i domiciliari: naturalmente all'unica donna presente, grazie all'istituto del vagina pass. Considerati i lunghissimi tempi della giustizia in Italia, in questa maniera si riesce ad evitare la galera a queste simpatiche criminali, visto che così possono scontarsi tutta la condanna comodamente a casa in regime di custodia cautelare. Al termine del processo, avranno così esaurito tutta o quasi la loro pena senza aver messo piede in cella: il resto rientra nel fine pena e di nuovo dà diritto ai domiciliari. Ecco un altro motivo per cui le carceri maschili sono più affollate di quelle femminili.
In data 15 luglio, i Carabinieri di Schio hanno arrestato due improbabili "Bonnie e Clyde", Marco Cambriani e Francesca Portoghese. La coppia aveva rubato una Matiz e depredato un giovane di un i-Phone, ma l'auto li ha lasciati a piedi nei pressi di Villaverla avendo fuso il motore; hanno così preso il treno per Schio, ma all'arrivo c'erano gli agenti dell'arma ad aspettarli. Lui si è addossato tutta la colpa di quanto avvenuto, e per questo è finito in carcere. Bonnie invece è stata rilasciata perché secondo i nostri eroi della figa avrebbe avuto un ruolo marginale e "passivo".
Il 16 luglio, una coppia di spacciatori è finita in manette a Pescara: i due avevano appena ceduto 8 grammi di cocaina a due giovani sul lungomare quando sono stati individuati e arrestati. L'uomo è finito in carcere, la donna ai domiciliari.
In data 17 luglio, il Tribunale del Riesame ha scarcerato i quattro No Tav finiti agli arresti il 3 luglio a seguito degli scontri in Val Di Susa. A Marta Bifani, l'unica donna del gruppo, è stato concesso l'obbligo di dimora, una misura cautelare molto leggera che prevede solo la permanenza nel comune di residenza; gli altri tre, Salvatore Soru, Roberto Nadalini e Gianluca Ferrari, invece sono stati ristretti agli arresti domiciliari. Ringraziamo il Riesame per questa pietosa quanto rara concessione.
Il 23 luglio, Salvatore Di Giovanni e Giuseppina Quadrante di Marcianise (Caserta) sono stati arrestati per aver rapinato una tabaccheria; lui è stato associato al carcere di Santa Maria Capua Vetere, lei è stata sottoposta agli arresti domiciliari.
Il 27 luglio, i Carabinieri di Vasto (Chieti) hanno ritrovato un chilo di eroina durante la perquisizione di un'auto. Nel carcere di Torre Sinello sono finiti Remo Lizzi, 19 anni, originario di Monteodorisio e domiciliato a Gissi, Rocco Augenti, 21 anni e Mario Mazzeo, 22 anni, entrambi di San Severo; due ragazze, rimaste anonime, sono state invece denunciate a piede libero.
Ciao,siamo la redazione di uniromatv, dato il tema del tuo gruppo ti segnaliamo questo servizio: sono agguerrite e rivendicano il diritto di essere donne e non oggetti sessuali. Sono le attiviste di FEMEN, il movimento femminista fondato a Kiev nel 2008 e famoso per la pratica di manifestare in topless contro il turismo sessuale, il sessismo e altre discriminazioni sociali. Il nostro video al seguente link: http://www.uniroma.tv/?id=19771
RispondiEliminasi, purtroppo le conosciamo già
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