lunedì 28 novembre 2011

Ex moglie tenta di far fuori il consorte, denunciata

Alcuni commenti alla notizia (clicca per ingrandire)
Aveva cercato di costruire un castello di accuse contro l'ex-marito da cui si stava separando, additandolo come il responsabile di varie violenze a suo danno, ma non era riuscita nel suo intento, quello di vendicarsi e nel contempo acquisire i soldi e i beni del coniuge. Per questo una trentasettenne di Crema, collaboratrice domestica, decide di assoldare un killer per far fuori il 43enne libero professionista che aveva sposato. Non sapendo da dove iniziare, confida il segreto ad un'amica, che però a sua volta svela il piano all'ex. Quest'ultimo si precipita così al commissariato, dove gli propongono di inviare un finto killer, in realtà un suo amico, allo scopo di acquisire prove.

Il falso sicario si presenta alla donna la quale, convinta che quello fosse il killer reperito dall'amica, gli ordina
Lo voglio steso, lo voglio morto. Lo aggredisci per rubargli la 24 ore e gli dai un colpo in testa
l'omicidio viene pianificato nel corso di più incontri, in cui l'uomo registra tutto con una microcamera: il prezzo pattuito è di 5mila euro. I due si tengono in contatto per telefono. Quando la cremese decide che «entro venerdì si deve chiudere», il finto assassino le chiede un anticipo di 2mila euro programmando l'incontro davanti a un bar; ma all'atto della consegna si presentano gli investigatori che portano la donna in commissariato, ove confessa.

Nonostante fosse chiara la volontà omicidiaria, stando a quello che dice il Corriere della Sera, la lucida e spietata consorte non verrà perseguita per tentato omicidio, in quanto secondo la Procura il «vero killer non c'è e si configura quindi un reato impossibile». Nessuna conseguenza punitiva quindi, ma ciò non eviterà qualche strascico giudiziario: di fatto la donna è stata denunciata a piede libero anche se non sappiamo con quale imputazione. Dunque magari potrà riprovare ad assoldare un altro sicario, stavolta facendo tesoro dell'esperienza acquisita (tecnicamente questo si chiama pericolo di reiterazione del reato e prevede la custodia in carcere).

Vorremmo confrontare questo caso con un altro, fornitoci dal Corriere della Sera
Imprenditore ordina l'omicidio della moglie per incassare un'assicurazione da 2 miliardi, ma la polizia convince il killer a collaborare e sventa il piano. Avezzano (L'Aquila) — La moglie sarebbe morta per cause apparentemente naturali, lui avrebbe incassato i due miliardi dell'assicurazione sulla vita di cui era beneficiario e li avrebbe goduti insieme all'amante. [...] Per questo un imprenditore dell'Aquila aveva commissionato l'omicidio della consorte [...] Questo è quanto emerso dalle indagini della polizia di Avezzano che è riuscita a convincere il killer a collaborare, in tempo per impedire l'omicidio. Il progetto, studiato nei minimi particolari, è stato raccontato dal sicario, un cittadino straniero scelto da un intermediario amico dell'imprenditore. [...] In carcere, con l'accusa di tentato omicidio sono finiti sia l'imprenditore sia l'amico che aveva fatto da intermediario nella ricerca del sicario. I loro nomi saranno resi noti soltanto oggi, dopo che il magistrato avrà interrogato i due arrestati.
anche qui il killer era falso, ma il committente è stato arrestato e portato in carcere. Naturalmente questo è quanto avrebbe dovuto accadere anche alla donna, se non ci fosse stato di mezzo il ben noto vagina pass che le ha evitato, e le eviterà, qualsiasi punizione. È chiaro che quello del «reato impossibile» è il solito pretesto addotto dal procuratore per salvare dalla cella l'ennesima criminale, come del resto accade tutte le volte.

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