Era stata condannata a 30 giorni di carcere per aver violato le condizioni della libertà vigilata a cui era stata sottoposta da una precedente sentenza (furto di una collana da 3600 dollari), ma ha scontato solo 4 ore e mezza di detenzione: in pratica il tempo di fare il check-in, molto probabilmente in cella non ci ha messo piede. L'ufficio dello sceriffo ha spiegato che a causa del cronico sovraffollamento delle carceri i detenuti (o meglio, le detenute, per quello che ci è dato di sapere) condannati a pene sotto i 90 giorni devono essere immediatamente rilasciati. Ordini della Corte Federale. In realtà, la Lohan avrebbe dovuto passare in carcere solo il 20% della condanna, cioè 6 giorni: questa opportunità le è stata concessa dalla giudice Stephanie Sautner per permetterle di completare nei tempi previsti il programma di recupero presso l'obitorio di Los Angeles. Il magistrato ha affermato che se questa volta non rispetterà le condizioni la aspettano 270 giorni di prigione, escludendo categoricamente la possibilità degli arresti domiciliari. Voi ci credete?
Questa, come vi avevamo già detto in precedenza, non è la prima volta che l'attrice la scampa così facilmente: in passato era stata condannata per guida in stato di ebbrezza a 1 giorno che è diventato 84 minuti perché il reato non era di natura violenta, e in seguito ad una violazione della libertà vigilata derivante da questa sentenza (non aveva partecipato a 9 sedute del programma antialcolismo) è stata costretta a scontare una condanna che originariamente era di 90 giorni ma che poi si è ridotta a 14, sempre a causa del sovraffollamento carcerario. Una ulteriore recidiva dovuta al fatto che è stata trovata positiva ad un test della droga le è costata l'arresto e una condanna a 30 giorni di reclusione, ridotti poi a zero da una Corte di livello superiore: la Lohan se l'è cavata con poche ore di galera e una cauzione di 300mila dollari. Infine è arrivata la condanna per il furto di un gioiello: la giudice Sautner ha emesso una sentenza a 120 giorni di arresti domiciliari e a 480 ore di servizio per la comunità. I 120 giorni sono però diventati 14 e per la terza volta la donna ha violato le condizioni della condanna non presentandosi per diverse volte al lavoro, da cui i 30 giorni di carcere tramutati in neanche cinque ore.
Insomma, ci pare che questa signorina abbia goduto di diversi privilegi, dato che non crediamo affatto alla storia del sovraffollamento: se le carceri sono troppo popolate di certo la celere Giustizia statunitense non avrebbe tardato a costruire altre strutture, in condizioni normali. Poi ovviamente se la sezione femminile è costituita da due celle e quella maschile da mille, è chiaro che si manifesteranno simili problemi ma solo per le donne. Loro ci vorrebbero far credere che un uomo nella posizione della Lohan non avrebbe scontato la sua pena fino all'ultimo giorno, godendo di garanzie fino al colmo della sfacciataggine, nella giustizialista America conservatrice?
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