Il giovane peruviano, incensurato, era accusato di aver abusato di una connazionale nell’agosto 2008, nel corso di una festa in un locale delle Cascine. Lui ha sempre negato, sostenendo che era stata lei, durante tutta la serata, ad avergli fatto il filo (nonostante fosse in compagnia del fidanzato), e che il rapporto sessuale occorso era stato consenziente. Finito in carcere per violenza sessuale a seguito delle dichiarazioni mendaci dell’anonima, ha dovuto attendere l’esito del processo a Sollicciano prima di vedere riconosciute le sue ragioni. La giovane del resto ha fornito almeno tre versioni diverse della serata ed è caduta in molte contraddizioni. Dopo 5 mesi e 5 giorni di carcere, l’imputato è stato assolto. Ma secondo la Corte non ha diritto al risarcimento a causa della sua condotta gravemente imprudente.
Protestano gli avvocati e nel ricorso in Cassazione scrivono: «È assolutamente illogico (e inaccettabile) sostenere che accettare l’invito ad un incontro più intimo con una persona ad una festa, probabilmente dopo aver bevuto un po’ più del normale, debba far ritenere “prevedibile” che l’altra persona possa inventarsi una violenza sessuale». Il giovane avrebbe potuto certamente prendere in considerazione un eventuale rifiuto della ragazza di andare avanti con il rapporto sessuale (nel qual caso si sarebbe interrotto), ma di certo non poteva sospettare che lei lo avrebbe denunciato per stupro facendolo finire dentro per oltre cinque mesi.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi utilizzare alcuni tag HTML nel commento: <b></b> o <strong></strong> (per il grassetto), <i></i> o <em></em> (per il corsivo) e <a href=""></a> (per i link). Per aprire una nuova discussione, usa il forum