Vorremmo analizzare alcuni casi di omicidio occorsi negli ultimi mesi.
C'è il caso di Maryana Kaminska, la ventenne condannata a 4 anni (16 aprile 2012) per aver ammazzato il fidanzato con un colpo di coltello al cuore; secondo la Procura il gesto sarebbe stato di natura difensiva, perché la coltellata non è stata inferta dall'alto verso il basso ma seguendo una traiettoria orizzontale, come se il coltello, testuali parole della perizia, fosse stato usato come scudo difensivo contro il fidanzato violento (fonte). Ed è proprio per questa magnanimità degli inquirenti che la signorina è stata liberata dopo tre settimane di arresto preventivo; ora si trova tranquillamente a casa, perché si sa condanne sotto i 4 anni non si scontano, al massimo c'è l'affidamento in prova ai servizi sociali. Si rilevano in questo caso due costanti spesso presenti in questo genere di avvenimenti: l'uso di un'arma da taglio come strumento di difesa, e la puntuale criminalizzazione della vittima maschile, che essendo deceduta non può difendere la propria onorabilità.
Citiamo (10 maggio 2012) poi la condanna a 10 mesi per concorso in omicidio (mesi, non anni, nessun errore di battitura: sembra incredibile ma è così) di Stefania Citterio, della quale vi avevamo già parlato. Il fratello naturalmente non essendo vaginadotato è stato condannato a 14 anni; lui andrà a far compagnia a quell'altro che era stato punito con 16 anni in rito abbreviato. Non si conoscono le motivazioni della sentenza, ma la Siciliano, pm dell'inchiesta, ha rilevato "lo straordinario equilibrio manifestato dal tribunale in un processo molto difficile" (anche perché caratterizzato da un clima di omertà da parte dei testimoni, intimoriti dalle minacce inflitte dal Ciavarella e dalla stessa Citterio prima dei rispettivi arresti). L'assassina è stata così liberata anche dagli arresti domiciliari a cui era stata sottoposta in precedenza. Ringraziamo la stampa quantomeno per non aver criminalizzato il povero tassista rimasto ucciso (ma questo forse perché nell'omicidio erano coinvolte due persone di sesso maschile che andavano assolutamente messe alla gogna).
Infine, dulcis in fundo (17 maggio 2012), l'assoluzione della criminale anonima che ha ucciso il marito dopo avergli stretto i testicoli e sfondato l'intestino con un tubo di marmo. Per lei niente carcere, solo un'imputazione per omicidio preterintenzionale in quanto secondo i Carabinieri non può inquinare le prove. Anche qui si rileva la criminalizzazione dell'elemento di sesso maschile: "si era trasformato in un’altra persona [...] rientrava a casa ubriaco [...] aveva tradito la moglie con una prostituta".
Per le vaginate di giugno, si consulti il topic che abbiamo aperto sul nostro forum.
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