Le nostre sorelline clonatrici stanno rosicando per il fatto che (finalmente diciamo noi) una donna è stata lasciata in carcere per i suoi crimini: si veda http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/02/15/misure-per-donne/. Il fatto in oggetto è quello di Fiorella Fior, la 57enne accusata di aver ammazzato il fidanzato Carlo Feltrin con una coltellata al cuore. Davanti al GIP la donna ha fatto scena muta, ma secondo la difesa la Fior sarebbe stata oggetto di ripetuti maltrattamenti da parte del Feltrin che l'avrebbe malmenata anche in quella occasione, da cui la richiesta di derubricazione del reato da omicidio volontario a eccesso di legittima difesa. Ipotesi rigettata dal giudice che evidentemente l'ha ritenuta insussistente, anche per via del fatto che la donna è stata ritrovata ubriaca dopo il delitto e che ha telefonato ad un amico dichiarando testualmente di aver «fatto un casino».
Il fatto che esistano giudici che non si lasciano abbindolare dalla storiella della povera donna abusata, storiella che compare immancabilmente tutte le volte che una femmina uccide un maschio, molto probabilmente dà molto fastidio alle nostre amiche, che già da tempo si fanno portatrici di una campagna finalizzata all'eliminazione delle carceri femminili. «Le donne non possono commettere reati di natura violenta, dunque le prigioni femminili non hanno senso di esistere» sostengono «quelle che si macchiano di reati di altra natura dovrebbero essere inserite in programmi rieducativi, non messe in carcere». Insomma, secondo loro il carcere sarebbe solo per gli uomini, in quanto solamente loro possono commettere reati di natura violenta; è chiaro allora che ogni volta che accadono episodi come questo, onde preservare il sacro principio della "donna angelo", bisogna assolutamente scaricare la colpa della violenza sul maschio più prossimo. Nel caso in esame, nel morto ammazzato (il vantaggio risiede nel fatto che lui ormai non si può difendere, per cui lo si può diffamare impunemente).
Secondo la difesa, la donna avrebbe colpito il convivente con la prima cosa che le è capitata a tiro: quella cosa che capita a tiro delle donne maltrattate stranamente è sempre un coltello. Sempre secondo la difesa, la Fior avrebbe voluto solo mettere fine alle violenze del compagno che la stava picchiando; colpendolo diretto al cuore con un coltello. A supporto di tale tesi, ematomi che la 57enne avrebbe riportato a seguito della collusione e che secondo le nostre sorelle non sono da imputare ad un disperato tentativo di difesa da parte del Feltrin, ma ai maltrattamenti che questi riservava alla sua metà. Naturalmente, come al solito, l'imperativo è far passare l'uomo per violento e la donna come vittima.
Analizziamo in dettaglio il pezzo in oggetto: si inizia con la solita mistificazione sulla recente sentenza della Cassazione facendo passare il messaggio che agli stupratori vengono concessi i domiciliari e alle donne assassine no. Ok. Al di là del fatto che nel caso di stupro come ben sappiamo ormai, sentenza della Cassazione o no, basta la denuncia di una donna per far scattare automaticamente il carcere per l'accusato anche se poi viene riconosciuto innocente alla fine (dunque figuriamoci per gli stupratori veri ai quali si contestano prove indiziarie più o meno solide), il motivo per cui in questo caso è stato disposto il carcere è che si tratta di un omicidio volontario, per il quale sussiste quasi automaticamente il rischio di reiterazione. Dunque c'è poco da fare le vittime, stiamo pur sempre parlando del reato più grave che si possa immaginare. Dopodiché si passa a dichiarare, a quanto ci pare di capire, che la disparità di trattamento tra uomini e donne per quanto concerne la carcerazione (se ne parla ad esempio qui) dovrebbe essere applicata come compensazione della violenza che le donne subiscono dagli uomini. Cioè secondo loro la Fior avrebbe dovuto essere liberata in quanto rappresentante di un sesso che "subisce" e che quindi non può essere trattato allo stesso modo dell'altro. Non siamo sicuri che l'interpretazione sia giusta (forse le nostre sorelline con molta poca originalità potrebbero spiegarsi un po' meglio sul forum o qui sotto), ma in caso lo fosse anticipiamo subito che noi personalmente non siamo d'accordo. Se si pretende la parità, la si deve pretendere in ogni ambito, nel bene e nel male, nei diritti ma anche nei doveri, nelle gratificazioni come nelle punizioni.
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