venerdì 18 marzo 2011

Quando per tentato omicidio aggravato, porto e detenzione illegale di armi e lesioni personali non si va in carcere

Questo è possibile solo per le donne. Avete mai sentito di un uomo colpevole di tentato omicidio messo agli arresti domiciliari? Noi no. La gravità del reato infatti implica necessariamente la custodia in carcere: ecco un esempio recente e un altro meno recente, entrambi riguardanti uomini accusati di tentato omicidio per i quali è appunto stata confermata la custodia in carcere.

Una cittadina rumena, residente a Palma di Montechiaro (Agrigento), ha pugnalato il suo convivente rischiando di ucciderlo. La 31enne deve rispondere di reati molto gravi, ma nonostante questo è stata posta al regime degli arresti domiciliari. A far scattare la violenza della donna, una lite aggravata dall'abuso di sostanze alcoliche: Ilfana Solescu, per cause ancora da chiarire, ha afferrato un grosso coltello da cucina e, con un preciso fendente, ha accoltellato il compagno alla gola. I carabinieri, allertati da un vicino che ha dichiarato di aver sentito delle urla da un'abitazione attigua, facendo irruzione nel domicilio della Solescu hanno ritrovato Petro Poenaro, 33 anni, riverso a terra: l'uomo è stato trasportato presso l'ospedale di San Giacomo d’Altopasso di Licata.

Pare comunque che la tendenza di non assegnare il carcere alle donne anche in presenza di condotte criminose molto gravi sia profondamente radicata nella magistratura: un esempio è quello di Federica Bellone, committente di un tentato omicidio alla quale, nonostante il tentativo non riuscito di scappare all'estero rendesse oggettivamente sussistente il pericolo di fuga e quindi obbligatoria la custodia in carcere, sono stati concessi gli arresti domiciliari. Stessa misura è stata presa per l'esecutrice materiale, anch'essa donna. A questo lassismo nei confronti degli esponenti del genere femminile fa da contraltare una spiccata cultura ipergiustizialista a danno degli uomini, che sempre più spesso vengono puniti con il carcere cautelare ogni qualvolta il magistrato femminista di turno ravvisi anche il minimo indizio di colpevolezza, o più semplicemente (in totale assenza di prove) "abbia voglia" di comminare simili misure restrittive. Per approfondimenti, rimandiamo all'ampia letteratura sui siti False accuse e Falsi abusi.

Fonti

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